Come non pensare che questo rincaro abnorme dei prezzi dei materiali per l’edilizia non possa danneggiare il volano innescato con il superbonus 110%?
Questo comunque è solo la punta dell’iceberg, legato a tutto ciò si evidenzia un rincaro generalizzato delle materie prime.
Di fronte a questo fenomeno le aziende sono impotenti ed il rischio è che la forbice fra le economie dei paesi aumenti ancora ed in maniera esponenziale comportando sul medio periodo un blocco della produzione accelerando il formarsi di disuguaglianze insostenibili.
Il costo dell’acciaio è aumentato nell’ultimo anno di oltre il 100% e questo è un segnale di forte squilibrio, non solo per le imprese.
Le ragioni?
Chiaramente sono tantissime, prima fra tutte la pandemia, ed hanno messo ancora di più in luce una fragilità atavica del nostro paese che, dipendendo ormai completamente da altri paesi, in molti casi si trova in totale balia degli eventi.
La de-industrializzazione del Paese è ormai un percorso difficilmente controvertibile e potrebbe essere, sotto determinati aspetti, anche un fattore positivo, ma questo dovrebbe prevedere un diverso approccio alla “crescita”.
‘La sostenibilità non può rimanere un semplice aggettivo del sostantivo crescita, ma deve diventare l’elemento principale degli obiettivi della società moderna’.
Così come riportato nel libro di Fabrizio Barca ed Enrico Giovannini “Quel mondo diverso: da immaginare, per cui battersi, che si può realizzare”, una diversa via può essere percorsa.
In questa nuova sensibilità “imprenditoriale” si dovrebbero tenere in considerazione tutti quei percorsi di innovazione e resilienza che molte imprese, specie quelle giovani, hanno dimostrato in questi ultimi periodi perché non dimentichiamoci che molti di questi giovani hanno vissuto più crisi economiche di tutte le altre generazioni.
Aiutarle a crescere dovrebbe diventare un preciso compito di tutta la nostra classe politico/sociale.
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